Non si può non andare almeno una volta nella vita a visitare il Vittoriale degli Italiani, a Gardone Riviera.
E’ davvero un’esperienza unica, in particolare la visita al Parco, ma la Prioria non è da meno. Girando lungo tutto il percorso si capisce tanto del carattere di Gabriele D’Annunzio, ma anche di uno stile di vita dell’epoca, visto e considerato che la villa non era stata costruita dal poeta, ma comprata da un precedente proprietario straniero.
Tutto il giro, se fatto con interesse e curiosità, richiede l’intera giornata. Per cui conviene assicurare l’auto al parcheggio e poi godersi la visita.
Le tipologie di percorso sono tre: percorso completo con visita guidata alla casa di D’Annunzio, percorso Parco e Musei, e percorso Parco, che comprende Prioria e Museo D’Annunzio Eroi esclusi. Naturalmente l’intera giornata è prevista per la prima tipologia di percorso.
E’ utile al riguardo fornirsi subito del pieghevole che viene distribuito in entrata e che indica il percorso con le soste di interesse.
Le principali, imperdibili, sono: innanzitutto il MAS 96. Oggi nave museo, in realtà trattasi di un motoscafo in legno da 12 tonnellate di dislocamento. L’imbarcazione, nella notte dell’11 febbraio 1918, partecipò alla cosiddetta “Beffa di Buccari”, contro il naviglio austro-ungarico, che ebbe l’effetto di ridare vigore al morale dell’Italia dopo la disfatta di Caporetto.
Il MAS, con a bordo il capitano di fregata Costanzo Ciano, il comandante Luigi Rizzo e il poeta Gabriele D’Annunzio, ebbe un significato particolare nel cuore di quest’ultimo, al punto da trovargli ampio spazio nel suo parco.
Proseguendo nel percorso, non può mancare la salita al mausoleo e tomba di Gabriele D’Annunzio, dalla cui cima, oltre a godere di una veduta davvero notevole sul lago, si percepisce anche la personalità dannunziana.
Dalla cima del parco si ridiscende verso la Regia Nave Puglia. Proprio così: come l’ho vista non ho potuto non pensare: e questa cosa ci fa in un parco? Ma è vera o è una finzione? Niente di inventato, nave vera che sbuca dalla collina. L’ariete torpediniere fu progettata per il servizio stazionario nelle colonie ed oltremare. Vantava uno scafo in legno ricoperto di lastre di zinco per sopportare lunghe traversate. Durante la Prima Guerra Mondiale fece servizio principalmente lungo l’Adriatico e nel 1923, dopo essere stata posta in disarmo, fu donata dalla Regia Marina a Gabriele D’Annunzio la prua e parte delle sue sovrastrutture (castello, artiglierie, ponte, ecc.). Al Vittoriale, la nave volge idealmente la prua all’Adriatico.
Scendendo ancora nel percorso si costeggia il torrente, tra cascatelle e ponti più o meno singolari, per arrivare al laghetto delle Danze, in un salto in un passato che sembra scritto da un poeta latino. Davvero bello…
Queste sono solo le soste principali nel percorso lungo il Parco del Vittoriale, ma le attrattive sono talmente tante che è difficile soffermarsi su tutte. Comunque, a titolo di cronaca, il pieghevole ne conta ben 64. Niente male, vero?
E ora non ci resta che entrare nella Prioria. Ma con un’attenzione particolare: al momento di acquistare il biglietto di ingresso, conviene prenotare immediatamente la visita alla casa di D’Annunzio, in quanto, essendo visita guidata con accesso a un numero limitato di turisti proprio per gli spazi ridotti al suo interno, l’attesa è abbastanza lunga.
Ultima dimora di D’Annunzio, è arredata secondo lo stile del poeta, come lui stesso ha ammesso: “Tutto qui mostra le impronte del mio stile nel senso che io voglio dare al mio cuore”. Da semplice villa appartenuta al critico d’arte tedesco Henry Thode, D’Annunzio trasforma la Prioria in un museo, con 10.000 oggetti e 33.000 libri.
La scarsa illuminazione, dovuta anche a problemi agli occhi sofferti da D’Annunzio, conferisce un’atmosfera particolare agli interni. Interni che, giova ricordarlo, sono stati arredati con cura, in modo da creare stanze adatte ai vari momenti della vita. Ad esempio, la stanza della Musica, che consentiva a D’Annunzio di immergersi nelle note suonate da Luisa Bàccara. La stanza del Lebbroso, invece, realizzata come sua ultima dimora. O, ancora, l’Officina, il suo studio realizzato secondo le esigenze dell’operaio della parola, come amava definirsi.
Quando finisce la visita ci si sente come assorbiti da un personaggio che nel bene e nel male ha segnato un periodo. Forte personalità, riflessa in un contesto museale davvero unico.
Il sole già comincia a tramontare all’orizzonte e, seppur a malincuore, bisogna uscire e ripartire per rientrare a casa. Una giornata davvero speciale…