Giro per la valle più bella del mondo, la Val d’Aveto tra la Città Metropolitana di Genova e la provincia di Piacenza
“Oggi ho attraversato la valle più bella del mondo”. Così Ernest Hemigway scriveva nel suo diario le impressioni provate attraversando la Val d’Aveto nel 1945, al seguito di una colonna motorizzata, all’indomani della fine del secondo conflitto mondiale.
Situata sul crocevia tra la Città Metropolitana di Genova e la provincia di Piacenza, la Val d’Aveto deve il suo nome all’omonimo fiume che la attraversa, lasciandosi alle spalle il Mar Ligure, e inseguendo la vallata del Po all’interno.
La Val d’Aveto
Luogo incontaminato, Parco regionale di straordinaria bellezza, rappresenta uno scrigno naturale in grado di affascinare il visitatore in qualunque stagione dell’anno.
Così, d’estate è meta sia di esperti escursionisti che si inerpicano sulle cime del Maggiorasca o del Penna, sia di famiglie alla ricerca del fresco, sfruttando anche l’estesa faggeta del monte Penna. D’inverno è punto di ritrovo di sciatori e di amanti di ciaspolate. In ogni caso, la sua natura incontaminata non delude nessuno.
La sua natura
Abitata fin dall’antichità dalle primordiali popolazioni liguri, la Val d’Aveto coniuga bene i tratti di una natura che addirittura ospita laghetti di origine glaciale, nella riserva orientata delle Agoraie, ma anche nel laconico lago delle Lame, foreste secolari, come la già citata foresta del Monte Penna, con centri abitati dove la storia ha scritto pagine importanti.
La sua storia
I monaci, di passaggio verso l’abbazia di Borzone, sito imperdibile nei pressi del centro abitato di Borzonasca, al pari dei resti della chiesa nel bosco di San Martino di Licciorno, hanno lasciato tracce del loro insediamento già nella piccola frazione di Villa Cella.
Infatti, procedendo dopo il centro di Cabanne in direzione Rezzoaglio, si svolta a destra inerpicandosi per una stradina stretta e irta che termina all’inizio del borgo di Villa Cella, con la sua chiesa antica di San Lorenzo e l’annesso mulino. La struttura risalirebbe al 1103 e oggi il centro offre anche sentieri, per tutte le difficoltà.
I prodotti tipici della Val d’Aveto
Ma la valle prosegue fino al centro più importante, Santo Stefano d’Aveto, Bandiera Arancione del Touring Club. Dell’antico insediamento è rimasto il castello dei Fieschi e il nucleo abitato intorno ad esso. La zona pratica ancora la tradizione della “comuneglia”, di origine pre-romana, ovvero un’area delimitata da un sentiero orizzontale indicante la zona ove tutti sono proprietari con pari diritti sul territorio e sui suoi proventi.
La val d’Aveto offre anche al visitatore cibi locali genuini di qualità. Non mancano i caseifici, sia a Santo Stefano sia nelle frazioni di Rezzoaglio come Parazzuolo, che lavorano il latte, soprattutto delle mucche cabannine, una razza autoctona.
Nel Comune di Santo Stefano, poi, merita una visita l’antico mulino ad acqua, ancora perfettamente funzionante, ove è possibile acquistare farine di grano, di ceci, di castagna, di granturco.
Tra i prodotti locali, infine, non vanno dimenticati le uova di galline ruspanti, le patate, la carne di piccoli allevamenti locali, il miele degli apicoltori.
Ma per gli esperti di piante spontanee, nella buona stagione si possono anche raccogliere, oltre ai frutti di bosco, le piante officinali da far essiccare come valido ingrediente per insaporire le pietanze di ritorno a casa.
Il presente articolo è lo stesso che mi è stato pubblicato sul sito “Turisti per caso” – diari di viaggio. Il link è : https://turistipercaso.it/diari-di-viaggio-gallery/val-aveto-liguria/autunno7707firma-3/