In un periodo in cui siamo costretti a casa per limitare la diffusione del Covid-19, si ha anche il tempo per ripassare con la memoria tutti i giri fatti durante l’autunno e l’inverno, a Genova e fuori, e scriverne anche per dare utili, spero, consigli a chi vorrà eventualmente andare a visitarli, appena possibile.
Così, oggi vi porto sulle torri di San Lorenzo, la cattedrale di Genova.
La chiesa, si sa, è stupenda, non si può non visitarla, passando di lì. Come minimo, ci si ferma ad ammirare la facciata, gli ampi portali, e tutto il simbolismo che vi si nasconde.
Qualcun altro, invece, varca il portone, si siede su una panca, rimane assorto in preghiera, e poi si alza, sguardo sollevato verso l’alto, a vedere quanto è meraviglioso l’interno di questa chiesa.
E se si scoprono tutte le meraviglie di San Lorenzo, tra queste non può davvero mancare la salita alle torri di San Lorenzo.
Era da un po’ che assaporavo questo progetto e un bel giorno di sole, in pausa pranzo, mi sono decisa a partire.
Zaino in spalla a custodire la mia reflex e il cavalletto, sono salita per via XX Settembre e mi sono fermata a fare qualche scatto a piazza De Ferrari. La luce era talmente bella da far risaltare anche i giochi d’acqua intorno alla fontana.
Ero già contenta, sentivo che comunque avrei portato a casa qualche foto che mi sarebbe piaciuta.
Ma, rimesso lo zaino in spalla, sono ripartita alla volta della cattedrale.
Soprattutto nel periodo invernale conviene sincerarsi sugli orari di apertura prima di partire. Infatti, sicuramente l’apertura è garantita da venerdì a domenica, mentre nella restante parte della settimana l’orario è ridotto.
Comunque, una volta entrati in chiesa dalla piazza, si deve andare subito sul lato destro e da lì si varca una piccola porta e ci si prepara ad iniziare la salita.
I gradini sono tanti, ma non così alti, per cui non sono neppure particolarmente impegnativi.
La prima sosta è al balcone dei dogi, da cui si domina le navate. Siamo proprio sotto al rosone e la vista è a dir poco fantastica; la prospettiva da quassù cambia totalmente e ci si rende anche conto della maestosità e ricchezza della cattedrale.
Da qui le foto sono possibili con il cavalletto, la luce non è sufficiente per scattare a mano libera. Però, sinceramente, ne vale la pena caricarsi lo zaino fotografico sulle spalle, per poi poter immortalare certi particolari.
Ma occorre riporre tutto e risalire, la loggia cinquecentesca ci aspetta per altre emozioni.
E così riprendo la scala a chiocciola e arrivo alla cosiddetta Sala dei Seminaristi, così chiamata, perché durante il secondo conflitto mondiale vennero a rifugiarsi qui proprio i seminaristi. Il rumore causato dalla loro presenza veniva, infatti, coperto dal suono delle campane.
Ma la curiosità di vedere Genova dai tetti è così forte che percorro subito l’ultima scala in metallo, proprio tra i tetti, e arrivo alla loggia.
Opera di Giovanni di Gandria del 1445, la loggia offre un magnifico panorama; infatti, il colpo d’occhio è davvero notevole. Ti sembra di toccare la Grimaldina, la torre di Palazzo Ducale, sulla cui sommità svetta la bandiera di Genova.
Poco più in là il grattacielo di Terrazza Colombo e le torri di Porta Soprana. Spostando lo sguardo a sinistra, ecco la collina di Castelletto. Vi si distingue bene l’ascensore che sale a Spianata Castelletto, quello ricordato da Caproni nella sua celebre poesia.
E poi volgendosi ancora a sinistra ecco il porto, giù in fondo, dove finiscono i tetti in ardesia.
Credo sia un’emozione indicibile trovarsi in mezzo ai tetti e vedere la gente che anima i vicoli. Da quassù tutto è silenzio, ma sai che la vita è lì sotto. E intanto ti godi questo panorama…
Genova dall’alto mi piace davvero tanto, al punto che sto lavorando ad un progetto in cui le torri di San Lorenzo sono una tappa, direi obbligata…