La nascita della fotografia da strada o Street Photography viene fatta risalire ai primi del ’900, a Parigi, grazie all’ intuizione di Eugène Atget. Negli anni seguenti questo modo di scattare divenne un vero e proprio genere. Grazie anche all’evolversi della tecnologia fotografica, le macchine divennero sempre più piccole, comode da trasportare. Di conseguenza, sono diventate più adatte a scattare foto spontanee, dove vengono ritratte le persone nella loro quotidianità. Sono molti i maestri che hanno reso grande e amato questo genere. Tra questi, il celebre Henri Cartier Bresson (detto l’occhio del secolo) , Elliot Erwitt, William Klein,Alfred Eisenstaedt, Robert Frank, Brassai, e ancora, Saul Leither, Joel Meyerowitz e Ernst Haas. Hanno portato il “colore” in un genere spesso visto in bianco e nero. Ma che cosa è la fotografia di strada?
SUO SIGNIFICATO
E’ un genere fotografico di racconto, quindi molto simile al reportage, dove il contenuto e la sensibilità del fotografo contano molto di più della qualità dell’immagine. Una fotografia di “street” deve raccontare una storia in un singolo scatto. Il termine “strada” non deve trarre in inganno, sono le interazioni tra soggetti e gli elementi umani che caratterizzano la società, non la strada in se stessa ad essere il cuore dello scatto. Anche le persone ritratte danno significato alla fotografia con la loro gestualità e interazione con il mondo che li circonda, non con la loro semplice presenza. Le fotografie di strada ci devono raccontare la vita nella sua totale spontaneità quotidiana. Non può essere costruita, studiata, ma deve essere colta dalla sensibilità del fotografo che fa parte della trama stessa della società. Spontaneità è la parola d’ordine della Street, che si manifesta nella capacità di cogliere l’attimo del fotografo. Attimo che, grazie alla macchina fotografica, rimarrà immortalato in un istante unico. Molte fotografie sono ricche di ironia, altre di contenuti sociali, altre ancora quasi poetiche, tutte però accomunate dalla capacità di coinvolgere empaticamente lo spettatore. Il grande Alex Webb descriveva cosi il suo stile: “il mio modo di fare street photography è piuttosto semplice. Percepisco, quasi “fiuto” la possibilità di una fotografia. Cerco di seguire il ritmo delle strade, talvolta immergendomi nelle situazioni, altre volte restandone al di fuori. Tutto dipende da quello che il mondo vuole offrirmi in quel determinato momento”. Il grande fotografo proseguiva suggerendo quali fossero i migliori atteggiamenti da avere: “Il miglior modo per conoscere un posto è camminare. Perché un fotografo di strada può solamente camminare e guardare, aspettare e parlare, e poi guardare e aspettare ancora, cercando di restare fiducioso che l’inatteso, l’ignoto, o il cuore segreto dello conoscenza lo attenda proprio dietro l’angolo”.
Possiamo sicuramente dire che la Street Photography è uno dei generi più amati sia dai fotografi professionisti o semplici amatoriali, che dal pubblico. Ma perché? Probabilmente è la spontaneità che rende tutto più accattivante, tutti possono immedesimarsi nei soggetti, essere parte dell’azione e rivedere nei gesti e negli atteggiamenti quotidiani vere e proprie opere d’arte.
La “strada” è un luogo incredibile dove le persone che vivono il quotidiano creano, a loro insaputa, una storia da immortalare.
STREET PHOTOGRAPHY E PRIVACY
Anche in Italia la Street Photography è un genere fotografico molto seguito al giorno d’oggi. Purtroppo, però, pochi fotografi sanno che in certi Paesi, tra cui l’Italia, questo genere creativo si scontra con i rischi giuridici del rispetto della privacy del ritrattato.
Con il termine “ritrattato” si intende il soggetto ripreso in uno scatto fotografico sia come primo piano sia incidentalmente in un contesto più ampio. Proprio questo aspetto necessita di una presa di coscienza circa le conseguenze connesse, non tanto al momento dello scatto, quanto a quello della condivisione delle fotografie sui social o su altra forma di pubblicazione.
ASPETTO LEGALE: LA LIBERATORIA
Quale è l’aspetto legale intimamente connesso alla Street Photography? E’ un documento denominato “liberatoria”. In pratica, si tratta di un’autorizzazione concessa dal ritrattato al fotografo per utilizzare la fotografia che lo vede ritratto per le finalità indicate nello stesso.
Come è naturale comprendere non è facile per il fotografo ottenere sempre questa autorizzazione. Sovente il ritrattato non è persona conosciuta e quindi può avere la meglio una certa diffidenza.
Proprio per ovviare a questa difficoltà, senza perdere però la possibilità di praticare Street Photography, una soluzione condivisibile, anche a livello legale, può essere una delle soluzioni che Nadia Massa di seguito ci propone nel suo intervento sulla “tecnica di Street”.
Tecniche che consentono di ovviare alla necessità di chiedere una liberatoria senza rischiare un’azione legale per violazione della privacy. E non è una circostanza poi così lontana dalla realtà. In una società mossa dal protagonismo il rischio che una foto piaccia o comporti una serie di pretese da più parti non è poi così lontano.
CAUTELE LEGALI IN STREET PHOTOGRAPHY
Quale può quindi essere il consiglio da dare agli amanti di Street Photography? Se è un genere fotografico che si pratica sovente, sarebbe auspicabile avere con sé una liberatoria. Ciò consentirebbe di poterla utilizzare nei casi in cui il soggetto ritrattato possa essere consenziente. A volte si riesce infatti ad instaurare un minimo di rapporto colloquiale con la persona ripresa, magari perché incuriosita da tanta attenzione. In questo caso vale la pena spiegare il motivo per cui si chiede il consenso, avvalorandolo anche inviando al ritrattato una copia della fotografia.
Ma se tutto ciò non è possibile, allora molto meglio studiarsi in anticipo lo scatto, proprio valutando una delle diverse tecniche che di seguito vengono suggerite.
TECNICHE DI STREET PHOTOGRAPHY A TUTELA DELLA PRIVACY
Come ben sappiamo, la Street Photography (fotografia di strada) è un genere fotografico di racconto che ha la caratteristica principale di essere spontanea, infatti molto spesso i soggetti ritratti non sanno neppure di essere ripresi. Per questo negli ultimi anni la Street si è dovuta confrontare sempre più con le leggi in merito alla tutela della privacy. Inoltre, viviamo nell’era dei social e di internet, dove con un banale smartphone, una semplice istantanea può diventare subito “virale”. Tale problema un tempo non sussisteva, moltissimi fotografi non si sono certo posti scrupoli a ritrarre persone chiaramente riconoscibili senza avere il minimo consenso. Oggi invece, se vogliamo condividere i nostri scatti, è assolutamente necessario restare all’interno dei confini giuridici, rispettando la legge e la libertà dei soggetti interessati.
E’ chiaro che dobbiamo rendere le persone ritratte non riconoscibili, quindi nella maggior parte dei casi non visibili in volto. Ma come fare? E, soprattutto, come non perdere la spontaneità che caratterizza la Street?
Ecco alcuni piccoli suggerimenti:
- La luce. Sappiamo tutti l’importanza di una buona luce in fotografia, in questo caso abbiamo bisogno di una luce che contrasti molto e che ci permetta di creare ombre chiuse. Cerchiamo uno sfondo accattivante e attendiamo che il soggetto “passi” nella zona d’ombra. L’esposizione manuale ci permetterà di gestire meglio le ombre chiuse.
- Controluce. Cerchiamo lo sfondo adatto, la luce giusta e creiamo la famosa silhouette!
- Dettagli. La Street è anche dettagli! Guardiamoci intorno e cerchiamo dettagli simpatici, accattivanti, ma soprattutto che ci comunichino qualcosa riguardo alla vita quotidiana, trasformiamo ciò che ci sembra banale in qualcosa di speciale.
- Mosso creativo. Il grande H. Haas ha fatto dell’interesse per il movimento la sua caratteristica principale. Tempi d’esposizione lunghi ci consentono di creare effetti dinamici e allo stesso tempo rendono non riconoscibili i soggetti. Con un po’ di pratica possiamo trasformare le nostre foto mosse in veri scatti di mosso creativo.
- Scatti notturni. Le insegne luminose colorate dei negozi, le luci del traffico che si riflettono sull’asfalto bagnato creano cromie che aiutano, con la giusta esposizione, a rendere i nostri scatti ricchi di “atmosfera” e i soggetti poco riconoscibili.
- Piove? Benissimo, sfruttiamo gli ombrelli! Gli ombrelli ci consentono di ritrarre le persone spesso coperte in volto, ma allo stesso tempo ci danno un senso di dinamicità, vita quotidiana e colore. Spesso nella mia città (Genova) si presentano scene di vera e propria battaglia con il vento, se si è abbastanza veloci da catturarle. Lo scatto simpatico e d’effetto è assicurato!
- Giornali e grossi cappelli. Molti grandi fotografi del passato hanno sfruttato questi “accessori” che permettono di rendere spontaneamente il volto coperto, creando bellissimi scatti. Oggi sono sempre meno utilizzati ma appena ne vediamo uno non perdiamo l’occasione.
Questi sono alcuni piccoli suggerimenti su come gestire il rapporto Street/privacy. L’elenco non è esaustivo e ognuno di noi potrà sicuramente trovare nuove modalità creative d’espressione per la propria Street. Quello che può essere visto come un limite per la propria creatività si può trasformare in occasione. Certo, quello che caratterizza la Street e sicuramente la spontaneità dello scatto, lo sappiamo, ma con la pratica e il tempo possiamo interiorizzare tecniche e modalità di approccio allo scatto che ad oggi ci sembrano eccessivamente macchinose.
STORIA DELLA STREET PHOTOGRAPHY E TECNICA STREET CURATE DA NADIA MASSA
ASPETTI LEGALI CONNESSI ALLA STREET PHOTOGRAPHY TRATTATI DA PAOLA CHIAPPINI