In questo periodo di riposo forzato a casa per limitare il contagio da Coronavirus, vale la pena ripensare a qualche bella gita di una giornata, o anche di poche ore, fatta anche nei dintorni di Genova, in attesa di poterle ripetere.
Il pensiero non può non andare alla passeggiata a Camogli fuori dai periodi di grande affollamento turistico. In effetti, se si vuole apprezzare appieno un posto ci si deve andare quando è meno preso d’assalto dalla grande folla.
L’inverno, con le sue giornate corte, ma i tramonti indimenticabili, offre una luce molto particolare, adatta alle fotografie, ma anche a riscaldarsi l’animo e a godere di spettacoli unici.
Per questo a fine febbraio mi sono tenuta libera un tardo pomeriggio di un venerdì senza pretese e sono andata in direzione Riviera di Levante.
La Liguria è fantastica tutto l’anno, ma d’inverno, quando ti capitano una di quelle giornate di sole che ti riportano alla memoria uno degli incipit di Montale “E’ la Liguria una terra leggiadra”, capisci fino in fondo di cosa si parli.
L’ingresso al tipico borgo marinaro è inibito, giustamente, al traffico veicolare turistico, ragion per cui si arriva a Camogli o con mezzi pubblici, preferibilmente il treno, oppure si lascia la macchina sulla strada principale e si percorre un tratto a piedi.
In verità, dalla parte della stazione ferroviaria un parcheggio a pagamento esiste, e fuori dalla stagione estiva si ha anche la fortuna di trovare posto. Ma, si sa, qui si vive in spazi ristretti, schiacciati tra monti e mare, ragion per cui bisogna adattarsi e munirsi di comode scarpe per camminare…
Dicevo, dunque, di Camogli… Se si arriva sulla costa dalla parte della stazione si ha la possibilità di percorrere la strada costeggiata dalle tipiche case alte, colorate, una di seguito all’altra, del borgo.
Il colpo d’occhio è di quelli che non passano inosservati. Tutti i negozietti di souvernirs e di attività artistiche, che si alternano ai locali di ristorazione protesi sulla spiaggia, contribuiscono a rendere caratteristico e indimenticabile al tempo stesso Camogli.
E questa atmosfera la si assapora sia nel pomeriggio, quando il sole accende i colori delle facciate, sia dal tramonto in poi, quando le luci cominciano a contornare il borgo lungo la spiaggia.
Lo stesso scenario ci accompagna mentre lasciamo questa parte di Camogli per passare a quella che dà sul porticciolo.
E’ incredibile pensare come tutto sembri immutabile, così caratteristico da renderlo unico. In un’epoca in cui il tempo corre irrefrenabile, Camogli pare essersi ritagliato il suo spazio, i suoi tempi, proprio come la meridiana che da queste parti troneggia.
E si viene subito contagiati da questa atmosfera di pace, dagli odori del mare, da quel pescatore che sul molo attende paziente che qualche pesce abbocchi.
Anche i ragazzi che qui passeggiano o che si siedono sugli scogli posti a difesa del molo stesso, e osservano il tramonto chiacchierando tra loro, sembrano contagiati da questo stile di vita.
Dopotutto, forse si comprende anche perchè il carattere di questi Liguri è chiuso e introverso: è il mare a parlare per loro.
La scena del tramonto sul mare non si dimentica tanto facilmente, e il piccolo faro del molo lo saluta come lui solo sa fare, cominciando a “lavorare” con la sua luce rivolta ai “viandanti del mare”.
Per chi vuole concludere la serata in bellezza non resta che prendersi l’immancabile focaccia, in qualunque variante la si preferisca, e andare a gustarsela seduti sulla spiaggia, insaporita da quell’aria di mare che rende tutto più gustoso…
E questo tempo trascorso così ci ricorda che non sempre per sentirsi bene o vedere posti bellissimi bisogna andare all’altro capo del mondo: magari la bellezza è proprio qui, sotto i nostri occhi, anche quando non ce ne accorgiamo…